Come ogni anno, a Natale, mia sorella scende da Milano assieme al marito, ai due figli naturali e al terzo figlio, quello adottivo di sei anni, per trascorrere le feste con noi. Il figlio adottivo di mia sorella, al quale lei tiene pressappoco quanto tiene agli altri due figli, è un lievito madre, e tutte le volte che scende a Roma me ne dona un pezzetto. Quest’anno il barattolino che mi ha consegnato era persino incartato con una bella carta a fiori, ed essendo il lievito al suo interno cresciuto e strabordato, aveva inzuppato la carta a chiazze. Cosa sarà? Eh, l’ho immaginato subito, perché ormai Laura non mi chiede più neanche se quello della volta precedente è vivo: finora sono riuscita a farli fuori tutti. Dunque, prima che la mia sbadataggine aggiunga un’altra voce alla lista dei lieviti uccisi, vi propongo una pizza di farina integrale Senatore Cappelli lievitata utilizzando il lievito di cui sopra, sbrigandomi prima che il condannato a morte esali le sue ultime bollicine.
La pizza preparata utilizzando la pasta madre è, dal punto di vista nutrizionale, superiore a quella ottenuta usando il lievito di birra, perché la lenta lievitazione diminuisce l’azione dei fitati, antinutrienti normalmente presenti nella farina che possono inibire l’assorbimento di alcuni minerali. Inoltre, i nutrienti saranno predigeriti durante la lievitazione naturale e il prodotto finale risulterà più leggero e digeribile.
La pizza che propongo è sicuramente atipica, ma è strepitosa. Lo strato di cipolle morbide che si nasconde sotto alle fette di barbabietola rossa, dona un sapore armonico e particolare e le nocciole croccanti aggiungono una nota ancor più gradevole a questa ricetta.
E a quale regione abbino la pizza? Ovviamente alla Campania! Ancora per una settimana, fino al 20 gennaio, troverete Salerno tutta addobbata, splendente delle ormai famose Luci d’Artista. Le foto che propongo non sono di quest’anno, ma possono darvi un’idea di cosa vi perdete se non organizzate un viaggio subito. Dunque buona visita, e buona pizza!
Pizza alla barbabietola rossa, cipolle e nocciole
Visto che la pizza è stravagante, sarà bizzarro anche il modo in cui vi presenterò gli ingredienti per fare l’impasto: l’unità di misura è il barattolino. Se non vi trovate bene, potete tranquillamente dare tutta la colpa a mia sorella. E’ stata lei ad insegnarmi ad utilizzare così il lievito madre! Il barattolino che utilizzo io ha una capienza di circa 250 ml.
Ingredienti per due pizze tonde:
Mezzo barattolino di lievito madre
Due barattolini di farina integrale Senatore Cappelli
Un barattolino di acqua circa
Un pizzico di zucchero
Condimento:
Due cipolle rosse
Una manciata di nocciole
Due barbabietole rosse fresche
Qualche foglia di origano fresco o un pizzico di origano secco
Sale, pepe e olio extravergine di oliva
Preparazione:
Mescolate il lievito con la farina, l’acqua e un pizzico di sale. Lasciate riposare l’impasto per almeno 6 ore coprendolo con un canovaccio. Aggiungete poi mezzo cucchiaino di zucchero e impastate di nuovo. Lasciate riposare per altre due ore.
Nel frattempo mettete le barbabietole intere in forno preriscaldato a 180° e lasciatele cuocere per 30 minuti. Una volta pronte, lasciatele raffreddare e togliete la buccia. Se non trovate quelle fresche, potete utilizzare le barbabietole precotte, saltando questo passaggio.
Stendete la pizza, cospargete la superficie di cipolla tagliata a fettine e aggiungete, sopra a queste, le barbabietole tagliate a fette. Mettete in forno già caldo, 190 °, per 20 minuti. Sfornate e aggiungete poco sale, le nocciole tagliate al coltello, un cucchiaio di olio e l’origano.
Francesca
Maggio 30, 2020 at 2:14 pmMi hai dato un’idea per la pizza di stasera (la facciamo tutti i sabati).
Ho avuto in lievito madre per un anno e ho pianificato e fatto pizze almeno due volte a settimana per 52 settimane di fila, fanno un totale di oltre 100.
Mi divertiva perché facevo esperimenti e ho scoperto farine che non conoscevo… Usavo la farina di grani antichi più integrale che c’era (la compravo da un produttore locale) e la mischiavo con farina di avena principalmente e spesso anche con farina di lupini.
Poi l’ho ucciso, povero lievito 😩 adesso mi è venuta voglia di riprendere, ma l’idea di avere l’obbligo in giorni prestabiliti mi scoccia un po’.
Roberta Rossi Brunori
Ottobre 01, 2020 at 8:07 pmSi l’obbligo di fare, in cucina, uccide un po’ la creatività, quella sensazione di quiete che arriva quando ci si mette ad impastare o ad architettare un abbinamento. Comunque complimenti per la costanza! E per le splendide idee!